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  • Immagine del redattoreMira Genovese

Perchè Made in Italia?

Aggiornamento: 30 mar 2021


Made in Italia è una rubrica dedicata alla storia e allo sviluppo di tante piccole e medie imprese italiane che con il loro sacrificio plurigenerazionale e la loro tenacia nel tempo hanno reso il made in Italy, non solo un’indicazione di provenienza, ma un vero e proprio stile di vita conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.


L'importanza del posizionamento e di una Comunication Strategy efficace.


Tra le aziende italiane, molte sono riuscite, con un piano comunicativo vincente, a farsi conoscere e posizionarsi a livello internazionale, trasformandosi in veri e propri colossi; altre, e sarà a loro che dedicheremo maggiore attenzione, non hanno saputo esprimere al meglio i loro tratti distintivi, e nonostante rappresentino indiscutibilmente delle eccellenze, rimangono delle realtà meno conosciute che ci piacerebbe far emergere.


Tutto questo ha un significato maggiore in un periodo come quello della pandemia dove si sente l’esigenza di respirare fiducia nel valore e nei valori del nostro paese e dove il processo di virtualizzazione inarrestabile ha messo sempre più in ombra tutte quelle aziende che, seppur abbiano un’esperienza consolidata nei loro settori di competenza, non stanno riuscendo a reinventarsi e arrancano a fatica per evitare che vengano schiacciate dal peso sempre più competitivo di coloro che si preoccupano di affacciarsi in maniera più avveduta e aggiornata alla digitalizzazione.




L'impresa Italia nel mondo.


Un discorso di questo tipo dovrebbe valere ad un più alto livello, per il Bel Paese. Finora, troppi giornalisti ed esperti hanno già preparato il discorso funebre e profetizzano una morte graduale ma inesorabile del suo valore competitivo a livello internazionale.

Nel frattempo, le grandi potenze dalla nera valigetta in mano, asiatiche ed europee si velocizzano, come farebbero agenti immobiliari senza scrupoli di fronte alla morte del proprietario d’appartamento più redditizio, a raccattare quanto di più Made in Italy sia rimasto.


Ci sarebbero molte cose da dire e da fare per rilanciarne l’immagine e permettere, a chi ha reso grandi le tre effe tanto vantate al nostro paese, Fashion, Food e Forniture, di riemergere, rimanere a galla e salvarsi nello spietato mondo della concorrenza internazionale.

Un’evoluzione digitale rappresenterebbe un passo, più che importante, necessario per le nostre imprese; così come un piano di Social Marketing che permetta un’interazione meno monolitica nei confronti di un consumer che si evolve sempre più in prosumer, quindi in un soggetto che rivendica il suo ruolo attivo nella comunicazione.

I pericoli che deriverebbero da una mancata risposta al cambiamento è che altri paesi, non solo oltre continente ma europei, si arroghino i diritti di farlo al posto nostro, appropriandosi dei nostri tratti distintivi, primo fra tutti l’artigianalità di famiglia. Ne è davvero passata di acqua sotto i ponti da quando la famosa maison di Elio Fiorucci fu rilevata dalla società giapponese Edwin International. Da allora ci siamo quasi abituati, fino a non farci tristemente caso, a tutti i maggiori brand italiani che hanno venduto la loro anima al diavolo estero.

Tutto questo accade, a maggior ragione, a livello micro, per le piccole e medie aziende familiari locali, schiacciate sotto il peso di una competizione impari perché isolate e private della necessaria visibilità e riconoscibilità.


Riappropriamoci della nostra identità. Lottiamo per farci trovare, riconoscere, apprezzare e concorrere.


Questo è uno dei motivi cardine per cui è nato il progetto Navigli United.


Lottiamo per esserci! Esistere ancora.






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